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ARCHIVO OBRERO

Angelica Balabanoff. Lenin visto da vicino.

Biblioteca / 1950-1959

Angelica Balabanoff. Lenin visto da vicino

Roma: Edizioni Opere Nuove, 1959.

2da edición, Milán: SugarCo, 1980. 175 páginas.

3ra edición, Roma: Edizioni Opere Nuove, 1990. 241 páginas.

Edición en inglés: Impressions of Lenin. Ann Arbor: University of Michigan Press, 1964. Traducción: Isotta Cesari.

INDICE

[Edición de 1990]

INTRODUZIONE – Attualità di questo libro: quasi una rivelazione / Giorgio Giannelli

Chi era la Balabanoff

Io non voglio essere riabilitata / Angelica Balabanoff

Le sue ultime volontà

Da quel giorno fu profuga per sempre / Ignazio Silone

La più eminente militante dell’Internazionale / lndro Montanelli

Fu sempre al fianco degli anarchici / Mario Mantovani

I – Nessuno ha mai dubitato della sua abnegazione

II – Un dittatore impersonale che odiava gli adulatori

III – Lenin: «Distruggere ogni focolaio di dissidenza»

IV – Profonda divergenza con i concetti ed i metodi dei socialisti europei

V – Dividere per imperare ricorrendo ad intrighi meschini

VI – A pranzo da Lenin dopo l’attentato del 1918

VII – «Conoscete questo compagno? Si chiama Stalin»

VIII – «Non fate economie, spendete pure decine di milioni»

IX – Le repressioni diventarono severissime e le carceri rigurgitavano di gente

X – Lenin premiò Stalin per le sue imprese delittuose

XI – Usava gli stessi mezzi di cui si erano serviti gli Zar

XII – Gli mancò l’appoggio del proletariato mondiale

XIII – La III Internazionale cinghia di trasmissione del potere soviético

XIV – «L’Internazionale Comunista non è una istituzione filantropica»

XV – Lenin considerava la Germania un facile terreno di manobra

XVI – Ogni sua azione era mirata a distruggere il Partito Socialista Italiano

XVII – «Quando esplose il mio dissenso mi volevano rinchiudere in sanatorio»

XVIII – Ed alla fine venne negata l ‘autonomia al movimento sindacale

XIX – I rapporti tra Lenin e Trozky: finì che Trozky si adeguò

XX – Però l’ammise: «L’estremismo malattia infantile del comunismo»

XXI – L’Albergo Nazionale tornò ad essere il ritrovo dei privilegiati

XXII – Solo in Russia tutto questo poteva accadere per lo spirito di sopportazione del popolo

XXIII – «La religione è l’oppio dei popoli, ma quando serve tolleriamola»

XXIV – E l’ipocrisia regnò anche davanti ai problemi religiosi

XXV – Nulla era cambiato dal tempo degli Zar, anzi si stava peggio di prima!

XXVI – Senza Lenin non vi sarebbe stato Stalin

XXVII – Il bolscevismo è sorto per eliminare il socialismo democrático

XXVIII – Il mio ultimo colloquio con Lenin